Ha sorpreso il Festival di Berlino per la sua naturalezza e capacità di poter portare l’arte cinematografica all’interno di un carcere. “Cesare Deve Morire”, firmato fratelli Taviani, è sicuramente una delle pellicole rivelazione di questo 2012. Durante la conferenza stampa tenutasi a Rebibbia, gli attori, detenuti o ex detenuti, hanno voluto dir la loro. Questi alcuni dei loro pensieri.
Giovanni Arcuri (Cesare): “Questa esperienza ti fa vivere la vita con prospettive diverse. Fare l'attore vuol dire esporsi e superare barriere e pregiudizi spero che l'esperienza che abbiamo fatto possa essere estesa anche ad altre carceri italiane perchè consente di vivere la detenzione in funzione di un futuro migliore”.
Salvatore Striano (Bruto): “Quando sono andato via da qui mi mancava comunque qualcosa ed ora voglio portare la mia esperienza personale in altre carceri”.
Cosimo Rega (Cassio): “Non tutte le carceri italiane hanno però il teatro e non tutti i detenuti possono fare gli attori ed il carcere così com'è, è un fallimento totale, ci si abitua a non sentire più il bisogno di tante cose, anche il bisogno di amore e quando è finita la pena, non siamo più uomini”.
Cosimo Rega (Cassio): “Non tutte le carceri italiane hanno però il teatro e non tutti i detenuti possono fare gli attori ed il carcere così com'è, è un fallimento totale, ci si abitua a non sentire più il bisogno di tante cose, anche il bisogno di amore e quando è finita la pena, non siamo più uomini”.